Emblema

Non si conosce con certezza il motivo che può aver condotto gli abitanti del Laterino e di Stalloreggi ad adottare come loro emblema la Pantera.

Una improbabile tradizione fa risalire questa scelta ad una sorta di omaggio per la Repubblica di Lucca, della quale appunto è simbolo una Pantera, in onore di alcuni mercanti di seta lucchesi che si sarebbero stabiliti in Stalloreggi. L'unica cosa che possiamo confermare è che, nel 1481, la Repubblica di Siena dietro richiesta del governo di Lucca agevolò alcuni commercianti lucchesi. Della loro presenza nel territorio della Pantera, però, non vi è traccia alcuna.

Da notare a questo proposito che nel 1544 (n.d.r. due anni prima della più antica testimonianza di esistenza della Pantera) la Repubblica di Lucca accorse in aiuto di Siena, impegnata a combattere i pirati saraceni di Khayr ed-Din, detto "Ariadeno il Barbarossa", con 4000 scudi e 1000 fanti; nel 1546 Lucca concesse poi a Siena un prestito di 1500 fiorini al più basso tasso di interesse possibile.

Queste dimostrazioni di amicizia potrebbero, in effetti, aver indotto le Compagnie di Stalloreggi a rendere omaggio alla Repubblica alleata assumendo, per l'appunto, la Pantera come stemma.

Sappiamo, poi, che nel 1595, in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna di Provenzano, gli abitanti di Stalloreggi condussero due processioni a venerare l'immagine della Madonna lì dove stava sorgendo la basilica ad essa dedicata. La prima processione composta "dai fanciulli della Madonna del Corvo e Due Porte" recò un'offerta in cera e si svolse il 19 marzo. La seconda si svolse il 30 aprile e vi parteciparono "le fanciulle della Pantera e Laterino"; portarono in omaggio un cero ed una candela ciascuna e due cuscini di raso.

Nel 1599, per la festa dell'Assunta, la Pantera pubblicò presso la tipografia di Luca Bonetti un componimento poetico intitolato "Stanze cantate in nome degli Asiatici Cacciatori rappresentati dalla Contrada della Pantera: donando la detta belva alla generosa Contrada della Lupa Colonia Romana in Siena per corrersi il Palio nella sua nobil Festa il dì 16 agosto 1599".

Nella prima pagina del sonetto è impresso il più antico stemma della Contrada che conosciamo: una piccola xilografia rappresentante una Pantera che con una zampa sorregge una bandiera.

Questa è una raffigurazione ingenua e popolaresca dell'animale, ma occorre precisare che in antico era possibile vedere questo genere di fiere esotiche soltanto nei serragli ambulanti o nei libri figurati, e quindi l'immaginazione popolare causò spesso temporanei mutamenti dell'iconografia della Contrada e la Pantera, non di rado, perse le caratteristiche proprie di questo felino per assumere sembianze vagamente leonine o simili a quelle di una tigre, come vediamo in un manoscritto del XVIII secolo, e addirittura in un opuscolo edito dalla stessa Contrada nel 1893, nei quali il manto dell'animale anzichè essere maculato è a strisce come quello delle tigri.

Furono, questi, anni di assestamento per l'organizzazione delle Contrade, le quali si dettero unìomogenea struttura interna sul tipo delle preesistenti Compagnie laicali, formando un Seggio, o Sedia, costituito generalmente da Priore, Vicario, Camarlengo, Cancelliere, Maestro dei Novizi e Custode.

È con il XVII secolo che iniziamo ad avere alcuni ricordi della partecipazione della Pantera alle feste pubbliche. Memorie non suffragate da documenti d'archivio ma tramandate dalla tradizione, vorrebbero che la Pantera avesse vinto un gioco delle Pugna, organizzato in Pian dei Mantellini, e le corse con le bufale del 15 agosto 1643 e 1646.