Ettore Bastianini, un contradaiolo ed un grande baritono
Ettore Bastianini nacque il 24 settembre 1922 a Siena nella Contrada della Pantera, e morì a Sirmione sul lago di Garda il 25 gennaio 1967.
Era figlio di padre ignoto e sua madre era tutto quello che lui aveva di più importante al mondo. Lavorava come garzone dal fornaio Gaetano Vanni, in via Stalloreggi, con il quale in bottega cantava arie delle opere.
Chi lo ha conosciuto si ricorda di Ettore che con la bici del Vanni e le paste in capo che pedalava e cantava per le vie di Siena.
Dopo una prima esperienza nel coro della Metropolitana del Maestro Sderci, una sera del 1938, all'età di 16 anni, fu accompaganto da alcuni coristi dell'allora Centuria Corale di Siena (che poi tornerà a riprendere il nome di Unione Corale Senese, oggi "Ettore Bastianini") al cospetto dei Maestri Adelmo e Fathima Ammannati, i quali rimasero sbalorditi dal timbro e dal colore della sua voce.
Fu accolto allora nella sezione dei bassi. Ettore inizia così a frequentare la scuola di canto degli Ammannati e sopratutto la loro casa. Essendo di umili origini e molto povero non poteva permettersi lezioni private ma i due musicisti lo trattarono come un figlio e gli insegnarono gratuitamente.
Debuttò come basso in un concerto tenuto il 28 gennaio 1945 al Teatro Rex di Siena. Il suo esordio in un'opera avvenne nel Novembre dello stesso anno a Ravenna, nella Boheme.
La sua carriera come basso di discreta levatura internazionale durò poco più di cinque anni: dopo una Boheme a Torino nell'Aprile del 1951, Bastianini lasciò le scene per molti mesi e, sotto la guida del maestro Luciano Bettarini, studiò intensamente la tecnica ed il repertorio da baritono.
Il suo Debutto come baritono avvenne in una Traviata a Siena il 17 gennaio 1952: il successo non fu esaltante, ed allora lasciò nuovamente le scene per un nuovo periodo di intensi esercizi vocali. Il nuovo debutto avvenne nel Luglio dello stesso anno: il suo Rigoletto a Siena fu un vero successo, e a questo evento seguirono altre clamorose affermazioni sino al trionfo, nel dicembre dello stesso anno al Comunale di Firenze nella Dama di picche di Ciaikovskij.
Nel 1953 esordì a Firenze nella Lucia di Lammermoor con Maria Callas e Giacomo Lauri Volpi. Quello stesso dicembre era già al Metropolitan di New York in Traviata dove ricevette una vera ovazione alla fine della sua aria. La collaborazione con il prestigioso teatro statunitense sarebbe continuata senza interruzioni per i successivi anni.
La sua voce era così bella che venne paragonata al bronzo e al velluto poichè era potente e solida ma morbida allo stesso tempo.
Si avviò quindi ad una folgorante carriera che andò di trionfo in trionfo e nel 1955 era alla Scala di Milano nella leggendaria produzione di Visconti di Traviata con Maria Callas e Giuseppe di Stefano. Cantò poi, nella sua pur breve carriera, in ben 20 opere diverse alla Scala come baritono principale.
Diventò quindi il baritono principale dei maggiori teatri lirici del mondo: la Scala, Vienna e New York, oltre a frequenti apparizioni al Covent Garden di Londra, a Salisburgo ed a Verona. Da ricordare uno storico Trovatore a Chicago, con la Callas, Ebe Stignani, Jussi Bjorling e Rossi-Lemeni (di questa incredibile esibizione si dice che esista una registrazione su nastro, sebbene da quasi cinquanta anni tutti i melomani del mondo non siano riusciti a trovarla).
Poi proprio quando, nel 1962, sembrava che avesse trovato in una giovane ragazza la donna della sua vita, la terribile diagnosi fattagli a Chicago: cancro alla gola! Non disse niente a nessuno e si tenne per sè il terribile segreto, considerato anche che la sua cara madre era appena morta ed era solo. Disse alla sua fidanzata che non potevano continuare insieme senza dirle il perchè.
Continuò la sua carriera ma doveva sottoporsi a terribili sedute di irradiazioni poichè aveva rinunciato ad una operazione chirurgica che, se poteva forse farlo vivere fino a tarda età, gli avrebbe d'altra parte tolto la sua principale ragione di vita: l'espressione artistica del canto lirico.
Naturalmente la sua voce non era più quella di prima, ma nessuno sapeva perchè, e alla fine accadde l'inevitabile: il 10 aprile 1962 venne fischiato alla Scala in Rigoletto dove la sua voce cominciò a non rispondere più ai comandi.
Seguì un penoso declino che venne solo interrotto dalla grande gioia di veder vincere la sua amata Contrada della Pantera, della quale era Capitano, nel Palio di Siena del 2 luglio 1963.
Poi tornò il dolore, e i grandi teatri, uno dopo l'altro, chiusero i contratti con lui e il destino volle che l'ultima scena che lui cantò nel 1965 nei tre grandi teatri di New York, Milano e Vienna sia stata proprio quella della morte del Marchese di Posa nel Don Carlo di Verdi, il nobilissimo ruolo che lui aveva sempre cantato così bene...
Il pubblico, la critica, i suoi stessi colleghi e tutto il mondo della lirica si interrogarono su questo misterioso calo di un cantante di poco più di 40 anni e fu con stupore e dolore che si apprese la notizia della sua malattia quando ormai era in punto di morte.
Morì a Sirmione il 25 gennaio 1967 a 44 anni e fu solo per una pura coincidenza che la ragazza che lui aveva amato, che aveva voluto lasciare 5 anni prima, che non aveva più visto e che si era anche sposata, si trovò lì sola con lui a raccogliere il suo ultimo respiro.
Due giorni dopo ricevette a Siena dei funerali a cui fu presente tutta la città. Ricevette gli onori di Capitano in carica della Contrada della Pantera e fu un cerimoniale da funerale di stato.
Quando il corteo funebre passò davanti ad una delle strade che sfociano in Piazza del Campo, la bara venne girata verso la Torre del Mangia per un ultimo saluto mentre la campana del Palazzo Comunale suonava a morto.
Il Comune di Siena, su richiesta della Contrada della Pantera, ha intitolato a Ettore Bastianini una strada in quel rione che lo aveva visto ragazzo ed ardente Contradaiolo.
La memoria della sua arte non è mai morta e prosegue viva in tutto il mondo tra chi ama veramente la musica.