Paramenti e corredi sacri
I paramenti sacri
Sulla sinistra della sala delle vittorie si aprono tre salette nelle quali sono esposti un labaro processionale con la Decollazione del Battista attribuito al pittore senese Giovanni Bruni e dipinto su seta nei primi decenni dell’Ottocento, e alcuni paramenti sacri di notevole qualità.
Di particolare pregio è una pianeta damascata, probabilmente prodotta a Venezia nei primi decenni del XVIII secolo, e un piviale in taffettà rosa con decorazione a motivi floreali e vegetali come melagrane, fiori e frutti esotici alternati a elementi architettonici quali colonne, porticati e torri merlate, probabilmente impressa sul tessuto mediante un rullo di legno intagliato e riscaldato.
Un altro importante completo di paramenti, in broccato d’oro di manifattura italiana o francese, è databile al 1770-1780.
In una vetrina sono tre tavolette di legno sulle quali nel 1854 il decoratore Ulisse Goretti dipinse lo stemma della Contrada. Sono “staggioli”, cioè pannelli che venivano portarti in processione fissati a un’asta e sormontati da una candela accesa.
I corredi sacri e la Madonna della Mandorla
Al piano inferiore è una stanza ipogea ottenuta con lavori di ampliamento conclusi nel 2001. Sono qui esposti gli arredi sacri commissionati dalla Contrada tra la prima metà del Settecento e la metà del secolo successivo..
Alla parete sinistra è collocata un’acquasantiera intarsiata con vari marmi e sormontata da uno stemma della Contrada di marmo giallo, commissionata nel 1851 al “marmista Neri”.
Nella vetrina vicino all’acquasantiera è il reliquiario di San Giovanni contenente reliquie del Patrono, donate nel 1731 dal pievano Francesco Viticchi, probabilmente correttore della Contrada, e inserite in un reliquiario in legno dorato coperto da una sfoglia d’argento con sbalzato lo stemma della Contrada. È un oggetto di particolare interesse perché dal 1731 è ininterrottamente usato per la Benedizione del cavallo e nel Mattutino la sera della festa titolare.
Nella stessa vetrina, insieme con altri oggetti liturgici, è esposto anche un corredo di candelieri intagliati e dorati databile alla metà del XVIII secolo, appositamente realizzati per la chiesa della Contrada, come testimoniano gli stemmi con la pantera rampante. Di fattura particolarmente pregevole sono anche quattro reliquiari a forma di palma con reliquie di Santi martiri.
Sulla parete di fondo è un davanzale da altare in legno, intagliato e dorato tra il 1852 e il 1853 da Giuseppe Pocaterra, con la Testa di San Giovanni e nei pannelli laterali due stemmi della Contrada. Il Pocaterra realizzò anche il ‘trono’, appeso in questa stanza, destinato all’esposizione del Santissimo Sacramento in occasione delle “Quarantore”. Dietro l'altare è la Madonna del Rosario, dipinta nel 1767 dalla pittrice senese Rosa Lazzerini.
Nella vetrina centrale spicca la scultura lignea della Madonna della Mandorla, donata dal Comune di Siena alla Contrada nel 1821, quando la Pantera si insediò in Santa Margherita. La Madonna col Bambino, che tiene in mano una sorta di mandorla, è una pregevole opera quattrocentesca riferibile all’ambiente di Jacopo della Quercia, purtroppo alterata da una pesante ridipintura ottocentesca.
Nella vetrina di destra si trovano due corredi di candelieri intagliati e dorati, uno è databile alla prima metà del Settecento e non ne conosciamo la provenienza, l’altro fu realizzato dall’intagliatore Marcello Fineschi e dorato dal panterino Leopoldo Pavolini tra il 1848 e il 1851. Anche questo corredo è caratterizzato dagli stemmi applicati a ogni oggetto.